giovedì 29 settembre 2011

TIM: una (debole) serialità costruita in corsa

Ho già scritto qualche tempo fa di Tim e delle lacune delle ultime campagne pubblicitarie. Nel frattempo però la situazione non è migliorata e i nuovi spot continuano a non convincere. Dopo la lacunosa mini-serie di Cristoforo Colombo, in cui umorismo ed efficacia comunicativa erano praticamente assenti, ora ci si affida ad un nuovo personaggio storico. Dopo Leonardo e Colombo, arriva  Giulio Cesare, interpretato da Neri Marcorè.







La nuova campagna cala un altro asso della recitazione italiana: Gigi Proietti. Appare come una mossa dettata dall'emergenza derivante dall'inefficacia dei passaggi precedenti. Si affida a Proietti il ruolo di "salvatore", seguendo la scia di quanto fatto con Raffaella Carrà. La fretta e l'urgenza sono però due cattive consigliere.

Il mix continua a non funzionare. Non c'è una storia forte a legare i diversi spot. Troppi cambi: personaggi, interpreti, messaggi e battute variano con troppa frequenza senza alcuna coerenza e sono completamente svincolati dai prodotti/servizi TIM. Le campagne dei competitor sono caratterizzate da un attrattività indubbiamente più alta (si guardi ad esempio la nuova campagna Vodafone).

L'utente percepisce una sensazione di approssimazione in questa comunicazione TIM, un orientamento più al breve che al lungo periodo. Avrebbe senso ripartire da zero, generando nuovi concept di comunicazione perché quelli attuali hanno perso completamente il loro appeal.

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