La comunicazione deve stupire: è una regola base del marketing. Le
agenzie spendono giorni e giorni alla ricerca dell'idea vincente. Oltre
allo stupore i messaggi e gli stili devono generare immedesimazione,
riconoscibilità, empatia. Il confine tra una campagna vincente ed una
mediocre è spesso labile: basta poco perché un messaggio diventi
eccessivo. La cultura poi è uno di quegli ambiti in cui bisogna usare i
piedi di piombo.
Wall Street Institute nella sua ultima campagna ha calcato un po' troppo
la mano. "Parli inglese come un bambino di un anno?": questo è il
messaggio che campeggia sui cartelloni affiancato da un bambino in
giacca e cravatta. Il tono della comunicazione è eccessivo: sottolinea
in maniera marcata il gap culturale del target, ponendo il lettore in
una condizione di disagio. Non è un messaggio che spinge a recarsi nei
centri del Wall Street Institute, ma genera un atteggiamento di chiusura
e diffidenza.
Questa comunicazione ha superato il limite dell'umorismo, generando
fastidio nell'utente. Tutti conoscono il proprio livello di inglese, ma,
citando un famoso detto, "i panni sporchi si lavano in famiglia".
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