mercoledì 14 settembre 2011

Il consumatore talvolta si sente a disagio

La comunicazione deve stupire: è una regola base del marketing. Le agenzie spendono giorni e giorni alla ricerca dell'idea vincente. Oltre allo stupore i messaggi e gli stili devono generare immedesimazione, riconoscibilità, empatia. Il confine tra una campagna vincente ed una mediocre è spesso labile: basta poco perché un messaggio diventi eccessivo. La cultura poi è uno di quegli ambiti in cui bisogna usare i piedi di piombo.



Wall Street Institute nella sua ultima campagna ha calcato un po' troppo la mano. "Parli inglese come un bambino di un anno?": questo è il messaggio che campeggia sui cartelloni affiancato da un bambino in giacca e cravatta. Il tono della comunicazione è eccessivo: sottolinea in maniera marcata il gap culturale del target, ponendo il lettore in una condizione di disagio. Non è un messaggio che spinge a recarsi nei centri del Wall Street Institute, ma genera un atteggiamento di chiusura e diffidenza.

Questa comunicazione ha superato il limite dell'umorismo, generando fastidio nell'utente. Tutti conoscono il proprio livello di inglese, ma, citando un famoso detto, "i panni sporchi si lavano in famiglia".

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