venerdì 5 agosto 2011

Intimissimi rompe gli schemi cognitivi

Da qualche giorno Milano è invasa dalla nuova campagna pubblicitaria di Intimissimi. L'ho osservata più volte per comprenderne pienamente gli elementi semantici e, se dovessi utilizzare un aggettivo per descriverla, direi "spiazzante".



Guardando, da lontano e senza attenzione, Irina Shayk, in tutta la sua bellezza, che domina la scena, si pensa al solito cartellone pubblicitario in cui una bellona indossa la nuova collezione. Avvicinandosi, invece, si nota come contrariamente ai soliti cliché non è la modella il driver principale della comunicazione, bensì l'intimo maschile che lei indossa (boxer e canotta) e la dissonanza che questo accostamento tra i due sessi crea.


Fermandosi a questo punto, si potrebbe pensare ad una nuova linea di abbigliamento intimo per donna dal taglio maschile. La moda non è certo nuova a queste sperimentazioni: Giorgio Armani con i suoi tailleur docet. L'azienda però si spinge oltre e specifica il nome della linea cui la campagna fa riferimento: "Intimissimi Uomo".

Il messaggio su un prodotto maschile è veicolato da una testimonial femminile. Abbandonati modelli palestrati con cui l'italiano medio poco si identifica, la società del gruppo Calzedonia punta sulla desiderabilità della testimonial per colpire il target di riferimento. Così vedo il concept di questa comunicazione, senza allusioni latenti al target femminile.

Non so quali saranno i risultati, ma il coraggio va sicuramente elogiato.

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