martedì 16 agosto 2011

Il turismo non vive di rendita

Viaggiare al tempo di Internet e della globailizzazione è semplice e diverso. Le barriere geografiche son cadute, i prezzi non costituiscono più un ostacolo agli spostamenti: sostanzialmente si può raggiungere qualsiasi posto del globo senza spendere una fortuna. E' mutato il concetto di vacanze determinando la caduta di località italiane consolidate che oggi subiscono la concorrenza delle novità.


Per anni gli amministratori locali delle nostre tante perle italiane hanno pensato che un bel mare, un parco nazionale, i monumenti rappresentassero una sorta di vitalizio ricevuto per fortuna e spendibile all'infinito. Ogni vantaggio competitivo è tuttavia temporaneo ed il dire comune "nulla è per sempre" non sbaglia. I poli di attrazione turistica, generalmente, hanno investito poco ed in maniera discontinua sul proprio potenziale, ponendo in essere iniziative sporadiche come "cattedrali nel deserto".

Abbiamo un paese dotato di ricchezze artistiche e naturalistiche infinite che non dovrebbe conoscere paragoni; ma ogni paese, comprensorio, area opera in maniera autonoma, disomogenea, influenzata dai venti politici, perdendo di vista lo sviluppo turistico. Se a livello micro regna l'anarchia, a livello nazionale la situazione inevitabilemente non migliora. Non esiste un "Sistema Turistico Italiano". Malgrado gli annunci e gli spot, in Italia non si investe sul turismo.



Turismo significa infrastrutture, formazione, novità. La Spagna ha investito su questo fronte ed i risultati sono evidenti. Smettiamola di sentirci "privilegiati" perchè oggi siamo "paragonabili": è ora di creare un nuovo turismo per i nostri paesi fatto di investimenti continui, mirati e orientati al pubblico e non alla politica.

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