Le compagnie aeree low cost hanno rivoluzionato il modo di viaggiare,
allargando la base di fruitori. Il gap di potenziale è stato ridotto e
nuovi target hanno "spiccato il volo". La convenienza economica alla
base della loro value proposition ha attratto anche soggetti "fedeli"
alle compagnie di bandiera.
Ryanair è il leader in questo comparto. Nella sua evoluzione però le
regole sono aumentate e lo stress per il viaggiatore si è innalzato in
maniera esponenziale: restrizioni sul bagaglio a mano, pagamento del
bagaglio imbarcato con tariffe differenziate per 15 kg ed 20 kg,
assicurazione e così via. Il bagaglio per chi viaggia con Ryanair
costituisce un problema. Quando ai controlli di sicurezza per un
bagaglio a mano di 10,5 kg (con un lkimite di 10 kg) ci si sente dire "questa è da imbarcare: 40
euro da pagare al check-in", l'esperienza del viaggiatore diventa
negativa. A quel punto si aprono i trolley e si cerca di indossare tutto
il "mettibile", riempiendo le tasche in maniera esagerata. Tutti sono
consapevoli, però, che dopo i controlli tutto ritornerà nei bagagli a
mano come prima. Si percepisce la presa in giro. La situazione non cambia per i bagagli da imbarcare: si è costretti ad intraprendere "traslochi" tra valigie nel mezzo
dell'aeroporto anche per un solo kg di eccedenza (senza considerare che
l'altro bagaglio imbarcato è al di sotto dei limiti).
Questa rigidità aumenta i costi percepiti; lo stress diventa eccessivo
per chi parte tanto da portarlo a pensare: "la prossima volta viaggio
con un'altra compagnia, anche se costa di più". Le regole disciplinano,
ma, quando ingessano e invadono il service encounter in maniera cosi
prepotente, sviliscono la fiducia.
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