giovedì 13 ottobre 2011

Volkswagen: uno spot da accorciare

La realizzazione di uno spot è come la stesura di un questionario per una ricerca di mercato: si vogliono comunicare/indagare troppi elementi, ma spazio e tempo sono limitati. Bisogna allora fare uno sforzo di sintesi e razionalizzazione, focalizzandosi solo sugli aspetti davvero importanti. La comunicazione oggi vive di pochi messaggi (preferibilmente informativi) trasparenti. La ridondanza comunicativa non premia; al contrario allontana il target dal brand o dal prodotto.



Seguendo proprio tale esigenza, il ritorno alla semplicità in questo periodo è ricorrente. Eni costituisce un caso vincente: mani e sabbia come elementi base della compagna pubblicitaria. Volkswagen, seguendo la stessa scia, è da qualche settimana on air con il nuovo spot: Think Blue Simphony. Una mano disegna su un pentagramma la storia della casa tedesca, dai modelli "storici" a quelli più recenti, enfatizzando l'impegno ambientale.

Il concept è divertente nella sua semplicità. Divertente all'inizio, ma noioso sul finale. Lo spot risulta troppo lungo e ripetitivo. Buona l'idea del pentagramma; i messaggi ed i passaggi dovevano tuttavia essere contratti. Il telespettatore dopo l'attrazione iniziale è portato a pensare: "Ancora?". L'appealing dell'esordio lascia spazio ad una ridondanza comunicativa che porta il target altrove, lontano dallo spot.

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