lunedì 20 febbraio 2012

L'informazione "terroristica"

Identificare il confine tra notizia reale e "ricamo giornalistico" non è cosa semplice. Esiste l'informazione vera e quella iperbolica. Il giornalismo è sempre a caccia dello scoop, della notizia, sconfinando talvolta nell'esagerazione. Si cerca di colpire l'opinione pubblica, perdendo di vista il reale stato dell'arte. La recente "emergenza neve" ne è stata la dimostrazione. E' stato proclamato lo stato di emergenza, invitanto tutti a non mettersi in viaggio a causa del blocco totale delle strade.


Viviamo in Italia, non nella savana. Può capitare che in inverno nevichi. Non può certo capitare quanto è accaduto a Roma, ma Roma nelle scorse settimane non rappresentava la "media italiana", bensì un'anomalia. TG e quotidiani hanno dichiarato che molti paesi d'Abruzzo erano isolati, facendo leva su storie "toccanti": persone anziane senza acqua e luce, lontane dai centri abitati. Non si può terrorizzare un paese sulla base di un caso, per giunta volontario: quelle persone hanno deciso di vivere lontano dal paese, utilizzando sempre il pozzo e le candele, non solo in inverno.

E' facile fare notizia in questo modo, lavorando su terrorismo psicologico e casi strappalacrime. E' talmente facile che non si pensa ad un'economia che vive di quella neve, a persone per cui il turismo è il proprio pane. La viabilità nelle località turistiche dell'appennino abruzzese non è stata un problema in questa stagione (come in passato): Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo non sono mai state isolate; le strade sono sempre state perfettamente percorribili. Laddove c'è un rischio è giusto sensibilizzare, ma non terrorizzare. In un'epoca di crisi, un'informazione scorretta genera l'arresto di settori importanti per il nostro Sistema Paese. Le notizie sulla neve in Abruzzo hanno solo "bruciato" valore, a danno dei piccoli imprenditori locali che vivono di turismo.

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