martedì 15 maggio 2012

Il Clan del Molleggiato in prospettiva servilliana

È l'icona della nostra musica, forse l'ultimo mito con la sua amica Mina. Ogni frase ed ogni gesto di Adriano Celentano rappresenta un evento. Un personaggio carismatico, capace di costruire attesa nell'opinione pubblica, indipendentemente dalla parte politica. Il Molleggiato fa sempre discutere nel bene e nel male. Ieri sera al Teatro dal Verme è andata in scena una celebrazione del suo Clan attraverso sonorità jazz. Un quintetto d'eccezione per festeggiare i 50 anni del Clan Celentano, esaltato dalle capacita interpretative e vocali di Peppe Servillo.

Un'intensa immersione nei successi di una corrente (non solo) musicale che ha il Molleggiato come fulcro, ma che va ben oltre la sua figura. Peppe Servillo ha saputo calarsi nei brani arrangiati per l'occasione con una veste jazz, trasferendo emozione, cuore, sarcasmo e umorismo. Il suo magnetismo sul palcoscenico è innegabile. Il suo modo di fare iperbolico, unito ad una corporatura quasi scheletrica, annulla qualsiasi distanza con il pubblico. "Azzurro" coinvolge il pubblico in un coro sentito e delicato. "Il ragazzo della via Gluck" emoziona per la potenza emotiva che Servillo veicola. La forza di "Storia d'amore" congeda gli spettatori estasiati. Classe, emozione e sottile umorismo: un mix degno della "memoria di Adriano".

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