venerdì 22 febbraio 2013

I continui errori del marketing elettorale

I seggi apriranno tra 48 ore e la campagna elettorale vive le sue ultime ore d'aria. La bagarre elettorale ha le ore contate ed è un bene. I concorrenti in lizza per il Governo hanno inanellato una serie infinita di errori. Con il voto alle porte, la probabilità di altri scandali e scivoloni  fortunatamente si riduce. Nessuno è stato esente da errori e polveroni più o meno densi. Il Partito Democratico è partito da una maggioranza ampia, ma ha scontato la paura del nuovo. Il peccato originale di aver investito solo su Bersani, accantonando il Rottamatore Renzi, ha rallentato la corsa della sinistra. La tradizionale inerzia del leader che non ravvisa il bisogno di innovare. A rendere più faticosa la corsa elettorale della sinistra ci ha pensato poi lo scandalo MPS.


Il PDL ha trasformato la campagna elettorale in uno spettacolo comico di burattini, diretti da Silvio Berlusconi. Le solite battute volgari, le solite operazioni ad effetto di calciomercato. Una continua indecisione che ha delegittimato tutte le persone del suo partito, ancora una volta Berluscocentrico. Le solite promesse irrealizzabili. Gli anziani in fila per richiedere il rimborso dell'IMU, purtroppo, dimostrano che il Cavaliere è un incantatore di folle che sa come ottenere consensi. Marketing però non è solo propaganda: marketing é promettere e mantenere le promesse. Il boomerang delle attese disattese è fragoroso.

Monti ha perso per strada la sua credibilità. In due mesi si è assistito ad una completa trasformazione del Primo Ministro: dall'uomo di rigore all'uomo politico italiano più tradizionale. Uno spaventoso allineamento allo stile berlusconiano. Ha intaccato la credibilità delle decisioni del suo Governo: l'IMU, prima intoccabile, è divenuta riducibile. Ha confuso gli elettori, riducendo il potenziale della sua lista civica.

Ingroia voleva far rivoluzione. Ma il nome del partito (Rivoluzione Civile) non va d'accordo con la decisione di schierare Di Pietro nella lista. Inconsistenza, vaghezza dei contenuti: l'imitazione di Crozza non è poi così lontana dalla realtà. Un'entità incomprensibile e (per questo) trasparente agli occhi degli elettori.

Parlare di Oscar Giannino è quasi superfluo. Un castello costruito sul nulla, un sepolcro imbiancato. Invenzioni e bugie come nella nostra peggiore tradizione politica. E non si capisce perché il confine tra vita pubblica e vita privata per lui dovrebbe avere valenze diverse rispetto al resto della classe politica, da lui tanto attaccata.

Fratelli d'Italia ha forse espresso la peggiore manifestazione di questa campagna elettorale. Trasformando la civiltà andata in scena al Festival di Sanremo in ignoranza.


Grillo appare il rifugio per gli elettori che vedono un mondo politico confuso che non dà certezze. La quota dei "grillini" è la manifestazione del fallimento di questa campagna elettorale in cui per qualcuno sarebbe stato meglio restare fermo.

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