giovedì 14 febbraio 2013

Il direct marketing elettorale è local

La campagna elettorale più incerta della storia è in scena. L'esposizione mediatica per i candidati premier è elevatissima. Gli stili e gli argomenti convergono. Casa e famiglia: i temi più ricorrenti. Nonni che abbracciano i propri nipoti, proclamazioni di sacralità della prima casa. I grandi temi economici sembrano spariti: poca "testa" e tanta "pancia". Mentre i leader di partito imperano in televisione, i candidati regionali ricorrono al direct marketing, facendo leva sul sentimentalismo e sull'attacamento alla terra di origine dei milanesi "di adozione".

Un partito ottiene così le liste degli elettori e, applicando un filtro, giunge all'elenco dei residenti a Milano, ma di origini (ad esempio) abruzzesi. Una "bella" lettera cartacea inviata all'indirizzo di residenza. Un inno alla terra di origine nell'intento di ottenere il consenso dei propri conterranei. Un messaggio scontato, stucchevole. Esalta un impegno in realtà inesistente per promuovere l'immagine dell'Abruzzo. Come se fosse sufficiente fare una gita a Lanciano per il Miracolo Eucaristico per rilanciare il turismo in Abruzzo. Uno stile vecchio, impolverato che può avere efficacia solo su una popolazione over60. Avete dimenticato un filtro nella creazione delle liste: quello dell'età dell'elettore.

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