lunedì 5 dicembre 2011

Il nostro patrimonio culturale: un vantaggio competitivo non imitabile

Questo post trae spunto dalla puntata di Report di ieri sera. Ampio spazio è stato dedicato allo "spreco artistico-culturale" visibile nel nostro paese. Deteniamo un tesoro enorme, ma siamo incapaci di gestirlo. Nessun paese è comparabile all'Italia in termini di siti artistici, culturali e archeologici. Il resto del mondo può offrire forza lavoro a prezzi più bassi, può copiare tecnologie, ma non può riprodurre il nostro patrimonio. Forse abbiamo troppo. Paesi con molte meno ricchezze culturali, le gestiscono in maniera eccellente.



Nella trasmissione di ieri ho sentito dire: "La cultura non deve produrre reddito, ma solo cultura". E' qui il nodo del problema. Se si continua a pensare che l'arte e la storia sono solo generatori di cultura, continueremo a distruggere il nostro patrimonio. La cultura alimenta certamente l'intelligenza, ma contribuisce il egual misura a generare ricchezza. Le due cose non sono inconciliabili. L'arte non origina reddito nel momento in cui è gestita in maniera estemporanea, autonoma ed incoerente rispetto al "sistema Paese".

Spagna e Francia valorizzano qualsiasi attrazione culturale presente sul loro suolo, lavorando su un piano strategico turistico. Il turismo non è fatto di improvvisazione, ma di pianificazione e costanza. Ereditiamo anni di latitanza ed incompetenza politica sul versante turistico. E' ora di ripartire da questo nostro punto di forza, il più forte.

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