lunedì 7 ottobre 2013

Siamo un Paese di carta... stampata

I processi di digitalizzazione continuano inesorabilmente, investendo un numero crescente di aree della nostra quotidianità. Noi italiani rappresentiamo un benchamark in termini di diffusione degli smartphone. Esistono tuttavia roccaforti delle nostre abitudini che faticano a lasciare spazio alla dimensione digitale. Un'infografica pubblicata dal Corriere della Sera sulla sua Piazza Digitale, utilizzando i più recenti dati ADS (Accertamenti diffusione stampa, l’associazione che certifica la diffusione e la tiratura della stampa quotidiana e periodica), dimostra quanto la lettura del giornale sia ancorata ad una dimensione ancora prevalentemente fisica. 





Le copie vendute attraverso le edicole costituiscono la fetta più rilevante del mercato. Gli abbonamenti cartacei inseguono, "braccati" da quello digitali. Gli abbonamenti digitali recuperano terreno, ma costituiscono ancora una nicchia. Esistono realtà per cui la dimensione digitale del business rappresenta la principale fonte di ricavi: Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica. Due realtà blasonate dell'informazione, invece, poggiano le loro basi sulla carta stampata: Il Sole 24 Ore, La Stampa. Si registrano poi due tendenze evidenti: l'informazione locale è legata alla dimensione fisica; le news sportive privilegiano il digital. C'è poi chi non acquista in edicola, chi non sottoscrive abbonamenti nè cartacei nè digitali: il popolo dell'informazione libera sul web. Andrebbe inclusa anche questa parte di mondo nelle statistiche sull'informazione.

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