venerdì 27 settembre 2013

Guido Barilla scatena un putiferio: pasta di famiglia o pasta bigotta?

L'epoca digitale permette alle notizie di fare il giro del mondo in pochi secondi. Condivisione globale e globali reazioni. Lo dimostra il "caso Barilla". È bastata un'intervista del Presidente Guido Barilla a La Zanzara di Radio24 (audio integrale). Ad una domanda sul perché l'azienda non avesse mai realizzato spot con protagonisti omosessuali, il Predidente ha risposto: "Non faremo pubblicità con omosessuali perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d'accordo, possono sempre mangiare la pasta di un'altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri". Un'affermazione che ha scatenato una vera e propria bufera social che si è abbattuta sul brand Barilla. Politici ed attivisti della comunità omosessuale hanno condannato la posizione di Barilla. È nato immediatamente l'hashtag #boicottabarilla. Tanti tweet, numerosissime foto polemiche, tanti commenti su Facebook. Tante condanne nazionali ed internazionali.



Un effetto valanga che non sembra destinato ad arrestarsi nel breve periodo. Una posizione ormai inaccettabile per un brand globale; anacronistica rispetto all'apertura di Ikea. L'impatto sulla brand loyalty e sul valore del marchio sarà notevole. Il boicottaggio è partito: le foto con i prodotti Barilla "cestinati" lo dimostrano. 
 

Guido Barilla ha regalato alla concorrenza un pezzo di mercato. A poco servono le scuse di un'azienda fuori tempo che crede di essere valoriale, ma forse non lo è.

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