lunedì 14 novembre 2016

Comitati per il referendum: confusione colorata tra partiti

La volata per il referendum costituzionale è ormai nel vivo e la campagna elettorale è sostenuta. Il Governo ed il Premier ci hanno messo la faccia, ma la percentuale del NO è per loro preoccupante. Più che in altre circostanze, i comitati questa volta sono particolarmente esposti, originando una confusione cromatica che in termini di branding e marketing è incredibile. Il "Comitato Nazionale Basta un Sì" rappresenta il movimento più autorevole sul fronte favorevole alla riforma costituzionale, includendo al suo interno, in maniera più o meno esplicita, i singoli comitati nati nel tempo a livello territoriale.




Il logo e la comunicazione del comitato Basta un Sì richiamano in maniera palese il marchio del Partito Democratico: rosso, bianco e verde dominano la scena; solo due tonalità di blu rompono lo "stile democratico". Sul fronte opposto c'è invece il "Comitato per il No nel referendum sulle modifiche alla Costituzione", capitanato da Alessandro Pace e Gustavo Zagrebelsky. Anche in questo caso il logo sembra una "creatura" del PD, interamente in verde, bianco e rosso. L'associazione dei due loghi con quello del Partito Democratico è immediata, aumentando la già considerevole confusione sui contenuti referendum. Le contraddizioni però non finiscono qui: il secondo "Comitato per il No", guidato da Annibale Marino, presenta all'elettorato un logo che richiama quello precedente dell'NCD ed un blu molto simile a quello del "Comitato Basta un Sì". La confusione è totale: l'effetto alone del logo e dei colori dei partiti sulla scelta referendaria forse non è stato preso in considerazione.


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